A pochi mesi dalla sua inaugurazione the vessel continua a far parlare di se, attraverso la piena soddisfazione dei cittadini newyorkesi e dei turisti.

The vessel è un edificio situato a Manhattan, a pochi passi dalla ormai famosa High Line, altro simbolo identitario della metropoli americana, vero e proprio progetto urbano prima che architettonico.

La struttura progettata dall’Architetto Thomas Heatherwick, ha un sistema a nido d’ape con ben 154 rampe di scale che conducono i visitatori in una serie di terrazze panoramiche, sempre diverse e dalle quale si apprezza a pieno il panorama della City.

Difficile parlare di edificio o di sola architettura; the vessel appare invece come un’opera a se stante, a metà strada tra l’architettura e la scultura. Un’opera anche autocelebrativa, priva di una vera e propria “funzione”, almeno nell’accezione canonica a cui siamo abituati.

Appare invece rilevante come un’opera priva di funzione, possa al contrario rappresentare un punto di contatto con la comunità, che funga da catalizzatore sociale, da piazza urbana, da “contenitore” sociale e culturale. Dalla “non-funzione” al soddisfacimento degli interessi pubblici, dalla “non-architettura” ad edificio riconoscibile e riconosciuto a livello mondiale.

E’ pur vero che non è il primo caso nella storia moderna, e non solo, che ricerchiamo costantemente il legame con strutture che identifichino fortemente il nostro senso di appartenenza alla comunità; “totem”, divenuti nel corso degli anni simboli di una Nazione, come in primis la Torre Eiffel dei francesi.

Sono queste dunque le sembianze che deve assumere l’architettura, ovvero quelle di “non-architettura”, per far parlare di se?

Image from: https://www.hudsonyardsnewyork.com/discover/vessel

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